Quotazioni dell’oro. Le recenti vicende politico-economiche negli USA possono influenzare l’oro
Come verrebbero influenzate le quotazioni dell’oro se nel mese di novembre si verificassero cambiamenti significativi alla Fed o al Congresso degli Stati Uniti?
La scorsa settimana Donald Trump ha espresso la sua posizione molto critica rispetto al persistere dell’aumento dei tassi da parte della Federal Reserve. Questo sta alimentando le voci secondo le quali possa ottenere a breve il licenziamento di Jerome Powell, Presidente della banca.
Intanto, diversi sondaggi sui risultati delle elezioni di metà mandato, danno i Repubblicani come perdenti. Se si dovesse realizzare una di queste due eventualità, soprattutto con la perdita del controllo del Congresso da parte dei Repubblicani, si creerebbero le condizioni per una forte spinta delle quotazioni dell’oro da investimento.
Intervistato la scorsa settimana dal Wall St reet Journal, Trump ha attaccato duramente proprio Jerome Powell. Ha accusato il Presidente della Fed di boicottare volutamente con l’aumento dei tassi le “grandi” cose che il suo governo sta portando avanti.
Trump, pur riconoscendo l’indipendenza della Fed nel decidere la sua politica economica, afferma chiaramente che per il compimento delle sue politiche sono indispensabili tassi più bassi. D’altra parte il mandato quadriennale di Jerome Powell è già stato caratterizzato da tre aumenti dei tassi a soli otto mesi dal suo insediamento.
Il Wall Street Journal difende però la FED, evidenziando che la Banca Centrale è stata spinta ad alzare i tassi per evitare il rischio di una crescita non sostenibile che potrebbe presentarsi sotto forma di inflazione più alta o bolle finanziarie. Decisione dovuta proprio alla solida crescita economica, alla riduzione della disoccupazione con un’inflazione vicina all’obiettivo desiderato del 2%.
A Novembre si arriverà ad una resa dei conti fra Trump e la FED e questo potrebbe spingere in alto le quotazioni dell’oro
Quanto realmente possa essere significativa questa spinta, però, nessun analista è attualmente in grado di stimarlo.
Di recente Clint Siegner, stimato analista dei metalli preziosi ha scritto sul suo Blog. “Malgrado ciò che dicono, i funzionari della banca centrale non sono indipendenti. Ci chiediamo se risponderanno alla richiesta del presidente di fermare l’inasprimento, o se il cartello dei banchieri privati che ha il controllo formale della Fed abbia in mente altro”.
Se Trump e il Partito Repubblicano cederanno il controllo del Congresso ai Democratici alle elezioni di metà mandato del 6 novembre, così come viene previsto da diversi sondaggi. I mercati azionari potrebbero ulteriormente risentirne, spingendolo allo scontro finale con la Fed.
Scrive sempre Clint Siegner: “Un ulteriore sell-off, magari scatenato dalla sconfitta dei Repubblicani ai seggi, potrebbe spingere Trump a rimpiazzare Jerome Powell con qualcuno più disponibile, soprattutto se (la Fed) si atterrà al piano con un altro aumento a dicembre ed ulteriori interventi successivi”.
Sarebbe quindi molto probabile che le quotazioni dell’oro registrino un impennata in seguito al verificarsi degli eventi anzidetti.
Le previsioni
Le quotazioni dell’oro, dopo aver toccato ad Aprile il massimo del 2018 a 1.365,40 dollari l’oncia, sono scese al minimo di 1.205 $/oncia a settembre. I tre aumenti successivi dei tassi operati dalla Fed hanno avvantaggiato il dollaro a scapito dell’oro.
Dalla prima settimana di ottobre si è però registrata una netta inversione di tendenza. Causa il rimbalzo dei Buoni del tesoro USA. I possessori di bond, infatti, hanno cercato maggiori ricavi per il debito in loro possesso. I titoli azionari sono crollati e la quotazioni dell’oro sono schizzate al massimo degli ultimi tre mesi, segnando un aumento mensile del 4%, il rimbalzo maggiore dal gennaio 2017.
Se in questo mese di Novembre i Democratici dovessero, come probabile, assumere il controllo del congresso l’oro ne avrebbe certamente un ulteriore vantaggio. Questo, infatti, costituirebbe un grosso impedimento alle politiche di Trump, generando una bassa propensione al rischio da parte degli investitori. Condizione in cui di solito l’oro prospera.
Per concludere, le quotazioni dell’oro hanno già avuto nel mese di ottobre una prima spinta al rialzo. Se a Novembre dovesse davvero verificarsi che il partito Democratico prenda il controllo del Congresso degli Stati Uniti verranno messe in seria difficoltà le politiche del presidente Trump. Si verificherà di conseguenza una correzione significativa sui mercati azionari e la corsa degli investitori verso beni rifugio come l’oro.
(PXL OÜ – 02 novembre 2018)
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