Lo scoppio del conflitto israelo-palestinese ha visto un forte incremento del prezzo dell’oro. Ma quanto questo incremento è realmente legato alla percezione del rischio geopolitico?
Vediamolo da un’analisi fatta da Johan Palmberg analista del World Gold Council.
L’oro ha guadagnato oltre il 4% questa ultima settimana, attestandosi alla chiusura di venerdì 20 ottobre appena sopra i 60 €/grammo. Rally in gran parte attribuito all’escalation delle recenti tensioni geopolitiche legate al conflitto israelo-palestinese.
Come abbiamo ripetuto spesso in altri nostri articoli, la copertura contro le crisi da parte dell’oro ha una storia consolidata nel tempo. Copertura garantita dalla sua mancanza di rischio di credito e dalla correlazione negativa con gli asset con margine di rischio più elevato. Tuttavia, non siamo certi che le tensioni geopolitiche da sole possano influenzare in tal modo i rendimenti dell’oro, anche tenendo conto del cambiamento di altri fattori.
Una recente analisi del WGC testa questa probabilità, con risultati interessanti.
Valutare con chiarezza i segnali di trasmissione del rischio geopolitico è certamente impegnativo. Il contesto politico, la collocazione geografica, la probabilità di espansione di un conflitto, cosi come il fatto che una determinata minaccia sia soltanto “percepita” o derivi da un reale atto di aggressione, sono tutti fattori importanti.
Inoltre, come emerge dallo studio del WGC, molti casi di conflitti “storici” sono troppo particolari per essere presi come riferimenti utili.
Come
Per lo studio di cui sopra, Johan Palmberg analista del WGC, prende a riferimento il più noto fra gli indici di valutazione del rischio geopolitico. L’indice Geopolitical Risk (GPR) di Matteo Iacoviello che misura la tensione geopolitica sia reale che percepita.
L’indice GPR ha una sequenza di tracciamento affidabile che ben riflette gli impatti osservati sulle variabili economiche a livello globale imputabili ad accadimenti inerenti la geopolitica.
Grafico 1. L’indice Iacoviello GPR cattura costantemente atti storici e minacce di tensione geopolitica

Fonte: Matteo Iacoviello , World Gold Council
Palmberg prende a riferimento il modello di attribuzione del rendimento dell’oro (GRAM) creato dal WGC per quantificare l’impatto dei fattori chiave sui rendimenti dell’oro, sia su frequenze mensili che settimanali.
Analizzando tale modello appare evidente che in alcuni momenti questo produce un residuo più evidente. Quando questo si verifica, è molto probabile la presenza di un fattore mancante o di un mutamento nella sensibilità dell’oro ai fattori valutati per la determinazione dei valori del modello.
Prendiamo ad esempio l’anno 2022. Nel corso dell’anno si sono riscontrati almeno due di questi residui più consistenti, uno nel secondo e uno nel terzo trimestre.
Incidenza delle tensioni geopolitiche sul prezzo dell’oro.
Come abbiamo visto, anche da precedenti nostri articoli, durante questi trimestri si sono avuti consistenti acquisti di oro da parte delle banche centrali. Anche l’invasione russa dell’Ucraina, avvenuta a fine febbraio, rientra in questo intervallo. Risulta che questi due fattori non siano stati esplicitamente inclusi nel modello GRAM e che, di fatto, possono essere etichettati come “variabili mancanti”. Questo è dovuto anche al fatto che il WGC non dispone di una serie affidabile di dati relativi agli acquisti mensili non segnalati delle banche centrali. Tuttavia, l’introduzione dell’Indice GPR nel Modello potrebbe ragionevolmente rappresentare l’impatto aggiuntivo dei fenomeni geopolitici sull’oro.
Questo è quello che emerge dall’analisi fatta da Palmberg. Anche se il modello di attribuzione GRAM include già gli indici relativi a inflazione, rendimenti obbligazionari, variazioni delle valute, incidenza del prezzo del petrolio greggio e volatilità implicita dell’oro, mancano chiaramente variabili che potrebbero indicare l’incidenza delle tensioni geopolitiche. A tal fine l’impatto che l’indice GPR ha una volta inserito nel modello è evidente e ne aumenta il valore interpretativo.
Grafico 2: Aggiungendo l’indice GPR al GRAM, è possibile quantificare il premio per il rischio geopolitico dell’oro.

Fonte: Bloomberg, World Gold Council
Cosa emerge dallo studio del WGC
Da quanto sopra è possibile concludere che il prezzo dell’oro, attraverso i flussi di investimento, risponde ai fattori di rischio geopolitico elevato anche quando le variabili esistenti nel modello sono ben note. Le conclusioni dell’analisi del WGC sono molto chiare. stabiliscono in termini percentuali, che un aumento dell’indice GPR di 100 unità, restando costanti tutto il resto delle variabili, ha un impatto positivo del 2,5% circa sul prezzo dell’oro.
Per portare un esempio reale: l’indice GPR è passato da meno di 100 a oltre 250 all’inizio del conflitto Russia-Ucraina lo scorso anno, mentre l’attacco dell’11 settembre lo ha visto salire sopra 450 da meno di 50.
Va però detto che questi picchi dell’indice GPR causati da eventi geopolitici sono sempre stati di breve durata. Questo non vuol dire che la corrispondente reazione dell’oro sarà di breve durata. Il seguito di un picco in concomitanza con altre variabili e alla percezione degli investitori può potenzialmente durare più a lungo.
Conclusioni
In conclusione, le prestazioni dell’oro di questa settimana non sono una coincidenza e possono essere attribuite in modo misurabile al conflitto israelo-palestinese. La durata di questo effetto dipenderà dai risvolti geopolitici più ampi che il conflitto potrà avere sull’economia globale. Occorre tener presente che lo scoppio del conflitto israelo-palestinese ha trovato il prezzo dell’oro in una media della tendenza chiaramente negativa dal maggio scorso. È pertanto plausibile che al presentarsi di una inferiore incidenza del rischio geopolitico il prezzo dell’oro possa tornare a scendere. In entrambi i casi, vista la maggiore incidenza e imprevedibilità dei rischi geopolitici, viene ulteriormente supportata la necessità di un’allocazione strategica del portafoglio verso l’oro.
Note:
Riportiamo di seguito alcune precisazioni dall’articolo di Johan Palmberg del WGC.
Matteo Iacoviello è Senior Associate Director of International Finance presso il Consiglio dei governatori della Federal Reserve statunitense. Il Modello GRAM è un modello di regressione multipla dei rendimenti settimanali e mensili del prezzo dell’oro, composto da circa 15 variabili esplicative che raggruppiamo in quattro categorie chiave di driver tematici della performance dell’oro: espansione economica, rischio e incertezza, costo opportunità e slancio.