Il prezzo dell’Oro in euro ha faticato a difendere il suo posizionamento migliore negli ultimi tre mesi. Il suo valore massimo di 1.854 €/oncia (59,80 €/g), raggiungendo il 28 giugnio il minimo di tre mesi di 1.742 €/oncia, ben 56,00 €/g. Mentre i timori contrastanti su Russia e Cina fanno sperare su futuri rialzi, la situazione macroeconomica fra USA e Europa pone parecchi interrogativi.
Mentre ci si avvicina al picco massimo dei tassi di interesse, è lecito aspettarsi che il prezzo dell’oro continuerà a brillare nel corso dell’anno?
Il prezzo dell’oro a giugno 2023
L’ultimo fine settimana di Giugno è stato pieno di colpi di scena, con le notizie su un possibile golpe in Russia. Vicenda che ha visto il dollaro americano in procinto di riprendere una fase di crescita dopo due giorni consecutivi di incredibile ripresa. A questo va sommata la debolezza dei rendimenti delle obbligazioni statunitensi, che stanno iniziando a pesare non poco sul dollaro americano. Teoricamente tutto questo potrebbe fornire al prezzo dell’Oro una spinta prolungata per il prossimo futuro. Abbiamo approfondito questi meccanismi nel nostro articolo sulle variabili che influenzano il prezzo dell’oro.
Se da un lato si profila da tempo una prossima fase di recessione negli Stati Uniti, in Europa la situazione non è diversa. Già da gennaio la BCE nel suo bollettino aveva evidenziato il rischio di una nuova fase recessiva. Le banche centrali potrebbero essere costrette ad allentare la politica monetaria prima di quanto avrebbero voluto e prima che l’inflazione di base possa essere realmente sotto controllo. Questo potrebbe portare ad un’inflazione strutturalmente più radicata. Molti analisti ritengono che in un simile scenario, i tassi di interesse reali andrebbero a diminuire, il che dovrebbe essere positivo per il prezzo dell’oro.
I rischi geopolitici
La paura dei rischi geopolitici dopo il drammatico fine settimana in Russia ha abbandonato la maggior parte degli investitori. La ribellione armata di Yevgeny Prigozhin, leader del gruppo di mercenari Wagner, è stata interrotta bruscamente nel tardo pomeriggio di sabato 24. Tuttavia, è probabile che il prezzo dell’oro, bene rifugio per eccellenza, rimanga sostenuto sulla scia dell’ammutinamento in Russia e dei crescenti timori di recessione a livello globale di cui si è parlato.
Anche le tensioni sociali in Francia di questi primo fine settimana di Luglio hanno portato incertezza sui mercati.
Il prezzo dell’oro. Una panoramica sulle possibilità
Se si parte dal presupposto che nei prossimi mesi sia la Federal Reserve che la BCE possano giungere attuare una vera normalizzazione della politica monetaria, allora le prospettive per il prezzo dell’oro non si rivelano particolarmente rosee. Per “normalizzazione” intendiamo il ritorno a un mondo in cui i normali cicli economici e di business siano regolati soltanto dalle politiche monetarie. Questo senza che le banche centrali debbano ricorrere al quantitative easing (QE) o che i governi siano costretti ad adottare politiche fiscali aggressive per sostenere la crescita.
Obbiettivamente analizzando l’attuale contesto sembra davvero improbabile che questa “normalizzazione” possa verificarsi. Sia i governi che le Banche centrali si trovano davanti a forti pressioni macroeconomiche. Fra queste emergono in particolare, la situazione attuale delle finanze pubbliche degli Stati Uniti e i livelli molto elevati di debito.
È molto probabile che una risposta di politica economica “normale”, di fronte a tali pressioni e ad un prossimo periodo di recessione non sia sufficiente. Le Banche centrali potrebbero trovarsi costrette a tornare verso misure non convenzionali, come la monetizzazione diretta del debito, la ripresa del Quantitative Easing e l’attuazione di programmi fiscali diretti. Tale contesto potrebbe essere molto più favorevole per l’oro.
Da questa prospettiva, il prezzo dell’oro resta in qualche modo un indicatore della credibilità di tali istituzioni. Più bassa è la credibilità della Federal Reserve e della BCE e più estreme diventano le misure adottate dai governi, più forti diventano gli elementi a favore dell’oro.
Analisi Tecnica e previsioni sul prezzo dell’oro
Poiché i timori di recessione si sono amplificati e hanno spaventato gli investitori dopo che gli indici PMI preliminari dell’ultima settimana (gli indici degli acquisti delle aziende manifatturiere) hanno mostrato un peggioramento delle condizioni in Europa, Regno Unito e Stati Uniti.
Guardando al futuro, probabilmente l’andamento del dollaro americano e le aspettative di rialzo dei tassi di interesse USA continueranno a guidare il prezzo dell’Oro a causa della mancanza di dati economici di alto impatto negli Stati Uniti. Abbiamo affrontato, in uno specifico articolo, il rapporto fra il valore dell’oro e il dollaro statunitense.
Al momento in cui scriviamo il prezzo dell’Oro si attesta a 1.921,00 $/oncia, in leggera ripresa rispetto alla scorsa settimana, sembra quindi scongiurato per il momento il presupposto per il raggiungimento del livello minimo di 1.902 $/oncia. Se dovesse accadere nelle prossime settimane diventerebbe un’opportunità di acquisto importante, il momento migliore per entrare in un percorso di investimento di medio/lungo periodo, il perfetto input/long.
Viceversa, se il prezzo dell’oro dovesse tornare sopra 1.943,90 $ (attualmente 58,50 €/g) e nei prossimi giorni venisse violato in maniera decisa, allora i segnali di ripresa sarebbero netti, e il valore potrebbe nuovamente superare il livello di 2.000 $/oncia nelle prossime settimane.
Il parere degli analisti
Nonostante i ribassi della scorsa settimana, la maggior parte degli analisti ritiene che il prezzo dell’oro dovrebbe rimanere elevato per il resto del 2023. Noi di Sterlinaoro.it riteniamo che sia altamente probabile che l’oro tocchi nuovi massimi storici nel corso dell’anno. Ciò potrebbe avere implicazioni significative per le azioni delle società minerarie. Queste di solito vengono valutate utilizzando un prezzo a lungo termine inferiore, di solito intorno a 1.650-1.700 $/oncia. Con il mercato sempre più convinto che i prezzi dell’oro possano restare elevati per un periodo più lungo, le azioni delle imprese minerarie hanno un ampio margine di rivalutazione.
Ma nell’attuale contesto macroeconomico, riteniamo che l’argomento chiave a favore dell’oro dovrebbe ruotare più attorno al concetto di “normalizzazione” generale della politica monetaria. Questo concetto va attenzionato più di una relazione specifica tra il prezzo dell’oro e i tassi di interesse o il dollaro statunitense.
L’operato delle banche centrali come può influenzare l’oro?
È sempre più evidente che l’espansione dei bilanci delle banche centrali, in particolare della Federal Reserve, non sono una misura temporanea. Torniamo per un momento a quanto accaduto nel 2008. In quella occasione Ben Bernanke aveva reso assolutamente esplicito che il Quantitative Easing e l’espansione del bilancio delle banche sarebbero state misure temporanee. Parliamo di ben 9.000 miliardi. Quanto temporaneo crediamo che sia stato in realtà? Cosa pensiamo che accadrebbe a quel bilancio in caso di un’altra recessione? Cosa è appena accaduto al bilancio a maggio in risposta a una crisi bancaria regionale? È risalito immediatamente.
Se si pensa di essere sulla strada di un ritorno a un regime di politica monetaria normalizzato, si può anche evitare di pensare all’oro.
Se si è invece leggermente più scettici, e noi lo siamo, allora l’oro deve sicuramente avere un posto nei pensieri di chi vuole salvaguardare i propri risparmi. Alla fine dei conti la situazione socio-economica e politica, parlando soltanto di Europa e Stati Uniti, non è delle migliori e questo, non solo a nostro avviso, continuerà a sostenere il prezzo dell’oro.